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Giusto Gervasutti

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Data: 28/01/2024
Niente fremiti di gioia. Niente ebbrezza della vittoria. La meta raggiunta è già superata. Direi quasi un senso di amarezza per il sogno diventato realtà. Credo che sarebbe molto più bello poter desiderare per tutta la vita qualcosa, lottare continua...

Niente fremiti di gioia. Niente ebbrezza della vittoria. La meta raggiunta è già superata. Direi quasi un senso di amarezza per il sogno diventato realtà. Credo che sarebbe molto più bello poter desiderare per tutta la vita qualcosa, lottare continuamente per raggiungerla e non ottenerla mai. Ma anche questo non è che un altro episodio. Sceso a valle cercherò subito un'altra meta. Se non esisterà la creerò».

Il 16 settembre 1946 è con Giuseppe Gagliardone sulla cresta orientale del Mont Blanc du Tacul: abbandonano la salita e cominciano la discesa in corda doppia. Come più volte gli era successo nel bel mezzo di momenti drammatici la corda non si riesce a recuperare: bisogna risalire a disincagliarla. «Sembra impossibile, ma in quasi tutte le salite dove ci sono corde doppie difficili, a me succede che, almeno una volta, la corda resta bloccata in alto. Così mi accadde sulla Cima De Gasperi, al Pic Adolphe da Sud, sulla Nord delle Jorasses, e potrei continuare. In buona parte c'entra anche la negligenza, ma ci deve essere anche il mio solito amico "caso" che, al momento opportuno, mi da una pestatina ai piedi». Dall'alto il fortissimo chiede al compagno di preparare tutti i chiodi per accelerare le operazioni di discesa e, mentre costui si china sul sacco, riesce appena a vederlo quando già sta scivolando sulle placche alla sua sinistra, con l'ultimo pezzo di corda che si sfila dall'anello.

Originario di Cervignano del Friuli, poi trapiantatosi per lavoro a Torino, Giusto Gervasutti ha incarnato la sintesi tra due scuole di alpinismo che fino ad allora avevano seguito due percorsi divergenti: da un lato gli arrampicatori dolomitici, tecnicamente i più forti, abituati però a pareti ripidissime quanto ricche di appigli, quasi sempre asciutte e solatie, poste a quote non proibitive.<--break->Dall'altro lato delle Alpi e dell'alpinismo c'erano gli "occidentalisti", attivi su pareti di granito meno ripide ma tendenzialmente lisce, quasi sempre ammantate di ghiaccio e poste a quote tali da rendere faticosissima ogni attività umana, specialmente se esposta alle bizzarrie di una meteo inclemente in ogni stagione; ad esse si dovevano aggiungere le complicazioni offerte dall'avvicinamento all'attacco attraverso vasti ghiacciai, superando seracchi enormi e risalendo pendii innevati (da gradinare) bombardati dalle immancabili scariche di neve e pietre. Gervasutti si forma tecnicamente sulle Dolomiti fin dal 1927, giungendo ai primi exploit nel 1930 con la nord del monte Siera. L'elenco delle sue ascensioni d'ora in poi diventa sterminato, tanto che viene comunemente chiamato "il fortissimo": questo soprannome deriva da un articolo di un giornale torinese, che commentando il successo della squadra del CAI di Torino al Trofeo Mezzalama del 1933 parla del "fortissimo Gervasutti". In effetti il nomignolo è quanto mai indicato, dato che è risaputo come egli mantenga una rigorosa cura della propria forma fisica, praticando diverse discipline sportive anche in città (ginnastica, scherma, nuoto), e comportandosi con rara morigeratezza nei confronti della tavola, del fumo e delle donne. Ma il maggiore elemento di forza di Gervasutti è la volontà d'azione: ad un traguardo raggiunto fa subito seguito un altro da conseguire. Ricordiamo solo le sue prime: 1931 nelle Dolomiti la NO della Cima Toro e la O-NO della Cima Both; 1934 nelle Ande la Punta Cilena o Matteoda più due Cerros superiori ai 5000 metri, il Canalone NE del Mont Blanc du Tacul, la nord del Pic d'Olan nel Delfinato; 1935 manca per un giorno la prima della nord delle Grandes Jorasses, ma nel corso della seconda vi trascina la prima donna, poi il Pic Adolphe Rey, la cresta SE del Pic Gaspard; 1936 la NE dell'Ailefroide con una costola rotta in un banale incidente; 1938 la S-SO del Pic Gugliermina dell'Aiguille Blanche de Peuterey; 1940 in una pausa delle operazioni belliche che lo vedono comandante del "sottosettore Bianco-Seigne" compie la salita al Bianco dai Piloni (perché non sopporta più di dover ammettere nelle conversazioni in società di non aver mai scalato il Monte Bianco!); 1942 la est delle Grandi Jorasses; 1944 la sud del Pic Adolphe Rey; 1945 la est del Petit Capucin. Se a tutto ciò aggiungiamo un lunghissimo elenco di altre ascensioni difficilissime comprendiamo perché all'indomani del suo capolavoro, la est delle Jorasses, Gervasutti scrive: «Niente fremiti di gioia. Niente ebbrezza della vittoria. La meta raggiunta è già superata. Direi quasi un senso di amarezza per il sogno diventato realtà. Credo che sarebbe molto più bello poter desiderare per tutta la vita qualcosa, lottare continuamente per raggiungerla e non ottenerla mai. Ma anche questo non è che un altro episodio. Sceso a valle cercherò subito un'altra meta. Se non esisterà la creerò». Il 16 settembre 1946 è con Giuseppe Gagliardone sulla cresta orientale del Mont Blanc du Tacul: abbandonano la salita e cominciano la discesa in corda doppia. Come più volte gli era successo nel bel mezzo di momenti drammatici la corda non si riesce a recuperare: bisogna risalire a disincagliarla. «Sembra impossibile, ma in quasi tutte le salite dove ci sono corde doppie difficili, a me succede che, almeno una volta, la corda resta bloccata in alto. Così mi accadde sulla Cima De Gasperi, al Pic Adolphe da Sud, sulla Nord delle Jorasses, e potrei continuare. In buona parte c'entra anche la negligenza, ma ci deve essere anche il mio solito amico "caso" che, al momento opportuno, mi da una pestatina ai piedi». Dall'alto il fortissimo chiede al compagno di preparare tutti i chiodi per accelerare le operazioni di discesa e, mentre costui si china sul sacco, riesce appena a vederlo quando già sta scivolando sulle placche alla sua sinistra, con l'ultimo pezzo di corda che si sfila dall'anello.

 

Soprannome: 
Il Fortissimo
Data di Nascita: 
17/04/1909
Luogo di Nascita: 
Cervignano del Friuli
Data della Morte: 
16/09/1946
Luogo della Morte: 
Courmayeur