Punta di Verzel
Introduzione
La Punta Verzel (2.406m) si eleva lungo la dorsale meridionale delle Alpi Graie, nel settore chiamato Alpi del Gran Paradiso, segnando il confine naturale tra la Valle Sacra e la Val Savenca nel Canavese, in Piemonte. La vetta si trova sullo spartiacque principale che divide la Val Soana dalle tre vallate laterali che declinano verso la pianura: tra queste, la Val Sacra riveste un ruolo distintivo per il suo ambiente appartato e ricco di scorci poco antropizzati. Da qui la Verzel domina la valle di Frassinetto e Castelnuovo Nigra, costituendo un punto d’osservazione privilegiato verso la pianura del Canavese, il gruppo del Monte Rosa, le vette prealpine piemontesi e, nelle giornate limpide, le Alpi lontane fino al Monviso.
Descrizione
L’ambiente che caratterizza la salita e la vetta è tipico delle prealpi piemontesi: versanti ricoperti da fitti boschi a bassa quota che si aprono, salendo, in ampi pendii erbosi e tratti di roccia chiara affiorante. Il substrato geologico è dominato da scisti e quarziti, anticamente sfruttati per l’estrazione. I pascoli sommitali, nel periodo tardo primaverile, sono noti per le fioriture di narcisi, che aggiungono un interesse naturalistico alla traversata.
La Punta di Verzel fa parte della cosiddetta “Bella Dormiente”, un profilo montuoso ben visibile dalla pianura canavesana e costituito insieme alla Quinseina, tanto caratteristico da essere fonte di racconti e riferimento iconografico popolare per le comunità locali. Il toponimo “Verzel” pare ricollegarsi al termine dialettale “vers”, ossia “pendio esposto al sole”, chiara allusione alla favorevole esposizione meridionale del versante principale. La montagna non vanta una storia alpinistica di rilievo nazionale ma è stata frequentata tradizionalmente da valligiani e pastori, diventando una classica meta escursionistica e, in minor misura, scialpinistica, con la prima ascensione documentata ascrivibile all’ambito locale nella seconda metà dell’Ottocento, verosimilmente molto prima se si considera la pastorizia alpina.
Il percorso più battuto per raggiungerla parte dalla Valle Sacra, in particolare dall’Alpe Frera o dal Pian delle Nere. Dopo aver costeggiato una cava di quarzite ormai inattiva e superato boschi e radure, si giunge al Rifugio Fornetto (2.130 m), principale punto d’appoggio dell’area. Da qui si risale il pendio sud per tracce e sentieri evidenti fino alla vetta. Due le varianti principali per il tratto sommitale: la più semplice e frequentata (difficoltà “E”, escursionistica) segue un percorso progressivo e privo di particolari difficoltà, mentre la seconda (difficoltà “EE”, escursionisti esperti) affronta un tratto più ripido e roccioso sul versante est. Nei mesi primaverili la salita può essere resa insidiosa per la presenza di residui nevosi.
Un altro itinerario valido parte da Issiglio, salendo per sentieri che si snodano fra boschi e tratti su sterrate e, in corrispondenza del Piano dei Francesi (2.168 m), si raccorda alla via principale. La cresta sommitale, congiungendosi alla vicina Punta Prafoura e, verso sud-ovest, alla Quinseina, offre la possibilità di proseguire per lunghe traversate di cresta, assai panoramiche e tecnicamente poco impegnative, ideali per chi ama i percorsi di media quota e i vasti paesaggi aperti.
Tra le curiosità locali si segnala la celebrazione della “Bella Dormiente”, figura simbolica delle leggende alpine locali, e la frequente organizzazione di gare di corsa in montagna che fanno tappa sulla vetta, percorrendo la cresta che la collega a Quinseina. In occasione delle manifestazioni sportive, tratti più esposti della cresta vengono attrezzati temporaneamente con corde fisse, mentre in periodi più tranquilli la montagna offre ambienti silenziosi e un approccio discreto alla natura. Dal punto di vista faunistico la zona ospita caprioli, camosci e, tra gli uccelli, il gheppio e la poiana, facilmente osservabili lungo i pendii erbosi.
La Punta Verzel risulta accessibile in ogni stagione ma dà il meglio di sé in tarda primavera, tra fine maggio e inizio giugno, quando le fioriture ornano i pascoli e la visibilità verso le alpi è spesso ottimale. L’escursione non presenta tratti particolarmente esposti o pericolosi in condizioni estive, ma d’inverno e in primavera inoltrata occorre equipaggiamento adeguato per l’eventuale presenza di neve dura, specialmente sul tratto finale.
Informazioni
Quota: 2406m
Nome alternativo: -
Gruppo montuoso: Costiera del Monte Giavino
Prima ascensione:
Primi salitori:
Prima ascensione invernale:
Primi salitori in invernale: