Lago di Cortina

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massimo
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Data rilievo: 
8/05/2011
Quota di partenza: 
1 330 m
Quota di arrivo: 
2 080 m
Dislivello: 
792 m
Lunghezza*: 
9.66 km
Tempo di salita o complessivo*: 
2h15'
Tempo di discesa: 
1h40'

Introduzione

Descrizione

Da Moulin si imbocca il sentiero (2)
Si torna indietro lungo la strada comunale e imboccato il sentiero , che per un tratto corre quasi in piano parallelo all'asfalto, si può osservare sulla destra una caratteristica nicchia ricavata nel muro a monte, usata un tempo dai pastori per ripararsi dalle intemperie. La pendenza si accentua e si entra nel bosco, dopo alcune curve il sentiero continua quasi in piano in mezzo ai prati, a valle si può osservare una scala a sbalzo caratteristica, formata da lastre di pietra incastrate nel muro di sostegno.
La pendenza aumenta nuovamente e dopo alcune strette curve si arriva alla cappella del villaggio di Mont Mené, fondata nel 1747 e restaurata di recente; porta sulla facciata tre affreschi dedicati all'Immacolata Concezione, a San Grato e a San Germano. Si aggira il villaggio sulla sinistra e in corrispondenza dell'ultimo orticello all'incrocio si prende a destra il sentiero che sale, si passa tra le ultime case del villaggio, parzialmente crollate e dopo un ripido tratto ci si trova tra i prati in dolce pendenza di fronte al Grand e Petit Tournalin.
Si entra nel bosco passando a fianco di quatto grossi larici e sotto le roccette si segue il tracciato del vecchio canale irriguo, si attraversa un canalino devastato dall'alluvione del 2000 e passando sotto dei roccioni a becco d'aquila si arriva al belvedere su Valtournenche con alcuni ripidi zig-zag del sentiero. Partendo da nord si possono ammirare il Corno del Teodulo, il Plateau Rosa, la Roisetta, la Becca d'Aran, il Grand e Petit Tournalin, la Becca Trecaré che nasconde il colle di Nana ed in basso il lago di Maen.
Si prosegue fino ad uscire dal bosco alla base di una pietraia, poi il sentiero alterna tratti in piano a leggere salite in mezzo ad un rado lariceto e prestando orecchio si comincia a sentire in lontananza il fragore del torrente Cignana, in alto tra gli alberi si intravedono le case abbandonate del villaggio di Falegnon. Si giunge così al bivio per i laghi di Cortina e, superato il ponte in legno sul torrente, e si prosegue fino a raggiungere il tracciato dell'alta via 1 che sale da Valmartin.
Seguendo il segnavia si scende per poche decine di metri fino ad arrivare sul fondo del vallone, si attraversa un piccolo ponte in legno e si imbocca il sentierino che sale sulla destra, abbandonando il sentiero principale che si dirige verso il villaggio di Mont Perron.
Si sale un pendio ripido tagliato da diversi tornanti poi si entra nella gola scavata dal torrente Cignana. Dall'altra parte del vallone è ben visibile il tracciato dell'Alta Via 1 che sale alla diga di Cignana. Per un tratto i due sentieri salgono paralleli poi, dopo aver oltrepassato la fascia dei roccioni che precipitano verso il torrentello sottostante, si arriva ad un'ampia radura dove il sentiero sterza bruscamente verso sud immergendosi nell'ombra del bosco.
All'ombra leggera dei larici, cresce un rigoglioso sottobosco nel quale mirtilli, rododendri e i fiori di montagna riempiono gli occhi di colori e il naso di profumi.
Dopo un breve tratto in falsopiano si comincia gradatamente a salire. All'uscita del bosco si incontrano le pozze delle fate, due laghetti effimeri che al disgelo o dopo delle forti piogge si riempino di acqua trasparente ma si svuotano e diventano fangosi alla fine dell'estate e dopo prolungati periodi di siccità.
Si attraversano il pascoli pianeggianti che accolgono il piccolo villaggio di Cortina: un pugno di case rurali abbandonate che il tempo e l'incuria dell'uomo ridurrà in pochi decenni a ruderi. La casa più interessante ha, o meglio, aveva sulla facciata est due aperture con gli architravi ricavati da un tronco di larice curvo che formavano una volta quasi perfetta.
Il lago di Cortina si trova a pochi minuti dal villaggio, lo si raggiunge attraversando i prati in direzione sud. Dalle sue rive si gode di uno splendido panorama sulle montagne che dividono la Valtournenche dalla Valle di Ayas: dietro il villaggio si vede la Gran Sommetta poi, in senso orario, la calotta bianca del ghiaccio che copre la Gobba di Rollin, la Roisetta, il Grand Tournalin e via via tutte le cime che finiscono quasi all'orizzonte con il Mont Tantané e lo Zerbion.
Nel cuore dell'estate il silenzio che permea questi luoghi è interotto solo dall'abbaiare lontano dei cani pastore e dal suono grave dei campanacci delle mandrie al pascolo. Questo quadro bucolico ha però un rovescio della medaglia: verso fine estate la pratica scorretta della fertirrigazione rende inavvicinabili le sponde del lago, coperte da uno strato di liquame puzzolente sparato dai trattori.