Monte Piscino, da Biorca
Introduzione
Gita a scopo panoramico attraverso alpeggi ormai abbandonati del versante meno "fortunato" della Val Tartano: valanghe in inverno e scarsità d'acqua per il bestiame in estate. Nonostante il disuso, rimangono sul percorso grandi tracce del lavoro antico: mulattiere lastricate, terrapieni in muro a secco, cenge scavate nella roccia: talvolta conviene affrontare qualche minimo disagio di orientamento per incontrare opere di ingegneria spontanea destinate a rapido degrado.
Descrizione
Dalla contrada Biorca 1140 m si prosegue brevemente lungo lo sterrato della Val Corta fino ad imboccare la prima deviazione asfaltata a destra: qualche tornante conduce alle poche case della contrada Fognini 1298 m. Seguendo i segnali a vernice nei prati, si raggiunge un bivio: proseguire a destra e continuare la salita, che presto entra nel bosco. La bella mulattiera risale la foresta di abeti con una serie di curve e, superando un dislivello di 300 metri circa, porta ad affacciarsi all'amplissima radura dell'Alpe Piscino. Le poche baite si estendono fra 1600 e 1750 m di quota. Su questi pascoli la traccia si annienta e i segnali di vernice si fanno rari e deteriorati: è necessario salire con punti di riferimento successivi. Dapprima ci si dirige all'unica baita con recinto in legno, quella apparentemente più in alto, un po' a destra, al limitare del bosco. Raggiuntala, si sale in verticale ad attraversare una fascia di lariceto (resti di attrezzature per la raccolta dell'acqua) fino ad un'ultima baita (data incisa su di un sasso presso la porta: 1958); alle spalle della costruzione si intercetta un buon sentiero che va seguito verso destra: ci porta ad attraversare tre valloni di frana (in inverno valanghe che si esauriscono presso il parcheggio) e poi si perde. A questo punto è visibile in alto a sinistra una bocchetta prativa: ci si arriva facilmente lungo un prato delimitato da vari muri a secco ("barek"). La depressione raggiunta 1880 m (quotata ma non nominata sulle carte; localmente "la furscèla") si affaccia con un canalone impraticabile sui monti del comune di Talamona. Volgendo alla spalla sinistra della bocchetta, si torna nel bosco e si trova una ripida traccia marcata: è molto sconnessa e sassosa, ma facilmente identificabile fra larici e ontani. Usciti dalla fascia boschiva, il sentiero, con le stesse caratteristiche di fondo, si fa a tratti molto esposto sui dirupi del versante settentrionale e, infine, percorre per alcune decine di metri una agevole cresta a massi sparsi. Facendo attenzione all'esposizione, si raggiunge la piana sommità del Monte Piscino 2091 m ("Scima del Piscìi") caratterizzata da un altissimo ometto di pietre. Vastissimo il panorama su tutta la bassa Valtellina fino ad un ampio tratto del Lago di Como, la Costiera dei Cech e i monti del Masino. Ritorno per la via di salita.