Vero Nord

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Il sottotitolo di questo libro: “Frederick Cook, Robert Peary e la corsa al Polo” è già di per sé esplicativo su quello che è l’oggetto del volume. Si tratta di un’epopea che ha acceso gli animi dei contemporanei degli eventi (la fine del XIX e l’inizio del XX secolo), ma che a distanza di cent’anni sembra aver perso molto del suo fascino, forse appannato da altre conquiste più romanzesche (Polo Sud) o da epopee assai più cinematografiche (Nobile e la tenda rossa).

In realtà ciò che viene rievocato è uno spaccato della società statunitense, che sembra essere ancora di perfetta attualità: voglia di emergere a tutti i costi miscelata a nobili intenti scientifici; ricerca di denaro portata all’esasperazione e obbligo conseguente di ottenere un risultato congruo alle spese sostenute.
Ne nasce un intreccio di collaborazioni prima sincere e poi sempre più concorrenti, lotte a colpi di media, procedure “disinvolte” nei confronti degli ingenui esquimesi, fino alla possibile truffa nei confronti della comunità scientifica ai danni del rivale, deliberatamente ostacolato, fino al suo annientamento.
Da questo volume di Henderson apprendiamo che la corsa al Polo Nord è stata in qualche modo rovinata dall’ideologia della competizione applicata alla conoscenza umana, ma ciò nulla toglie alle incredibili capacità di sofferenza e di adattamento dei protagonisti, che hanno sacrificato le loro esistenze (ed almeno in un caso anche le proprie sostanze) al raggiungimento di un traguardo del tutto simbolico.
E’ un libro che merita essere letto, sia per la puntigliosa ricostruzione storica ed ambientale dei fatti, sia per poter dare in cuor nostro la soddisfazione morale ad uno dei protagonisti di riavere il proprio posto di “eroe” presso la comunità umana.