Chiesa parrocchiale di Pontey

Introduzione
Immersa nel cuore della località Lassolaz, in posizione centrale rispetto al tessuto urbano di Pontey, la Chiesa Parrocchiale di San Martino di Tours si presenta come un riferimento spirituale e architettonico stabile per la comunità della bassa Valle d’Aosta. L’edificio sorge in un contesto rurale montano, circondato da case in pietra e campi coltivati, con lo sguardo rivolto verso i pendii boscosi che fanno da cornice al fondovalle.
Le prime menzioni documentarie della chiesa risalgono al 1176, quando compare in una bolla pontificia di papa Alessandro III, tra gli edifici religiosi soggetti alla diocesi di Aosta. Sebbene la struttura attuale sia frutto di interventi successivi, l’origine medievale testimonia l’antico radicamento del culto in questa zona.
Oggi la chiesa si distingue per la sua architettura sobria ma armoniosa, arricchita da altari scolpiti, decorazioni pittoriche e una guglia slanciata, simbolo visibile della presenza cristiana. La dedica a San Martino di Tours, vescovo caritatevole e figura molto popolare nel Medioevo, ne conferma il ruolo centrale nelle tradizioni religiose e comunitarie del luogo.
Descrizione
L’edificio presenta una pianta rettangolare con presbiterio quadrato leggermente sopraelevato, soluzione tipica delle chiese di fondovalle. La facciata è semplice, intonacata, mentre il campanile in pietra, elemento superstite del periodo medievale, è stato sopraelevato nel 1843 con progetto dell’architetto Gayo, che ne aggiunse anche la guglia e l’orologio. All’interno, la chiesa conserva altari settecenteschi che rappresentano l’unico elemento rimasto dell’importante campagna decorativa promossa nel 1833, quando furono rinnovati anche gli stucchi e l’arredo liturgico. Nonostante ulteriori rimaneggiamenti successivi, questi altari testimoniano l’attenzione artistica riservata alla chiesa nel XIX secolo.
L’attuale fisionomia dell’edificio risale alla ricostruzione del 1764, probabilmente su progetto oggi perduto, che sostituì la precedente chiesa medievale. I documenti disponibili non chiariscono se qualche porzione originaria, oltre al campanile, sia stata integrata nel nuovo edificio. Nel 1833, una seconda fase di lavori restituì una chiesa “bella e ricca di opere d’arte” ai fedeli, benché gran parte di queste decorazioni sia oggi perduta. Rimangono, come tracce tangibili, gli altari scolpiti, in parte rielaborati nel tempo. Infine, la sopraelevazione del campanile, richiesta per rendere udibile il suono delle campane in tutto il paese, sottolinea la funzione non solo liturgica ma anche civica della parrocchiale, che regolava con l’orologio i ritmi della vita rurale.
Non si tramandano leggende specifiche legate alla chiesa, ma la dedica a San Martino, noto per l’episodio del mantello donato al povero, è segno di una spiritualità concreta e popolare, vicina al vissuto quotidiano della comunità. La festa patronale dell’11 novembre rappresenta ancora oggi un momento identitario e di coesione, celebrato con funzione solenne e, in passato, con riti agricoli legati alla fine del raccolto.
La visita alla chiesa è possibile durante le celebrazioni liturgiche e, occasionalmente, in altri momenti dell’anno, grazie all’apertura da parte della parrocchia. Non sono presenti orari turistici regolari, ma il sito si inserisce bene in itinerari storico-culturali nella bassa Valle d’Aosta, potendo essere raggiunto facilmente in auto o con una breve deviazione lungo la rete di sentieri che attraversa il comune.