Sasso Gordona, da Ottengo
Introduzione
A prima vista, la valle d’Intelvi sembra una tranquilla valle montana, che si restringe verso il lago e si apre gradualmente salendo, con un villaggio circondato di verde e alcune cime sullo sfondo. Tuttavia, uno sguardo alla storia rivela una valle ricca di arte e cultura: per secoli, da qui sono partiti i Maestri Antelami per diffondere le loro abilità nel mondo. Architetti, scalpellini, pittori e muratori hanno lasciato un'eredità artistica che ancora oggi si può ammirare, soprattutto nell’Italia settentrionale, ma anche in Germania, Spagna e Russia. È incredibile pensare alla ricchezza di talenti nata in questa regione! Tra i nomi illustri si annoverano Lorenzo de Spiazzi, che nel XIII secolo fu capomastro del Duomo di Milano e di Como, e Carlo Carlone, autore di grandi affreschi barocchi a Einsiedeln e Vienna. Oggi, molti abitanti della valle lavorano fuori, a Como o nella vicina Svizzera, ma sempre più stranieri sono attratti dalla valle d’Intelvi, in cerca dei panorami montani e della bellezza del Lago di Como e delle Alpi. Il Sasso Gordona, che chiude verso sud la valle degli artisti, è considerato una "cima culturale" per le sue attrattive storiche e naturali.
Sebbene il Sasso Gordona non sia la cima più alta, è sicuramente la più imponente della valle d'Intelvi.
Descrizione
Tagliare il pendio alla fine della valle. Superare i Monti di Treviglio (1075 m) e raggiungere il pianoro della Colma di Schignano (1135 m). Non svoltare nell'antica strada di guerra; invece, procedere dritti lungo la cresta, fino alle prime rocce, che il sentiero lascia sulla sinistra. Il percorso prosegue a zig-zag, supera due vecchie caverne risalenti alla Prima Guerra Mondiale, e raggiunge la cima del Sasso Gordona.
Dall'altra parte, una traccia conduce su delle rocce, scendendo lungo pendii ripidi verso la cresta erbosa (che può risultare scivolosa in caso di pioggia), fino al Rifugio Prabello (1201 m), già visibile da lontano. Nei pressi della vecchia caserma di confine, si incontra una strada militare antica, che scende tortuosa attraverso il bosco, gira verso la valle del Bisurco e infine arriva a Ovrascio (607 m).
Per il ritorno a Occagno, seguire la stessa strada.