Luigi Amedeo di Savoia

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Ritratto di maurizio
maurizio

Luigi Amedeo Giuseppe Maria Ferdinando Francesco di Savoia nacque a Madrid il 29 marzo 1873. Fu persona sempre incline all'avventura e all'ardimento, secondo i migliori dettami della nobiltà del tempo, infatti nel tracciarne una breve biografia si corre il rischio di perdersi nelle numerose, ma tutte significative tappe della sua esistenza.

In primo luogo è bene suddividere la sua attività in tre grandi filoni: la carriera militare nella Regia Marina Italiana, la sua passione per l'alpinismo e quella per le esplorazioni, che spesso si coniugavano insieme.
Senza ripercorrere per intero la sua brillante ascesa ai vertici della Marina, ricordiamo come la sua via fosse stata simbolicamente aperta già all'età di sei anni, quando venne iscritto nei ruoli di quest'arma in qualità di mozzo. 35 anni dopo, nel 1914, era comandante in capo dell'Armata navale italiana e, l'anno successivo, comandante in capo delle Forze Navali Alleate. Nel 1917 si dimise da tutti gli incarichi di comando ed anche dalla Marina ritirandosi a vita privata.
La grande passione per l'alpinismo lo condusse ad imprese formidabili, che lo hanno consegnato alla storia, sia delle nostre Alpi, sia come precursore dell'alpinismo extraeuropeo. Formatosi fin dalla tenera età di nove anni alla scuola di Luigi Gonella, il giovane Luigi Amedeo ebbe tra le sue guide e maestri i più bei nomi dell'alpinismo del tempo: Émile Rey per il massiccio del Bianco, mentre non vi è biografo che tralasci di ricordare la sua scalata al Cervino dalla cresta di Zmutt in compagnia di Mummery e Collie.
Nel 1897 la sua prima spedizione extraeuropea, che in origine doveva dirigersi al Nanga Parbat, ma un'epidemia di peste scoppiata in India la fece deviare verso la lontana Alaska, dove fu portata a termine la prima ascensione al Monte Sant'Elia. Erano presenti Luigi Gonella, Umberto Cagni, Vittorio Sella (che seguendo il duca nelle sue imprese ne riporterà delle preziose testimonianze fotografiche) e De Filippi, cui si aggiungevano le guide valdostane Joseph Pétigax, Laurent Croux, Antoine Maquignaz e Andrea Pellissier.
Nel 1898 "si giocò in casa": l'Aiguille Sans Nom (poi Aiguille Pétigax) e, sempre nel gruppo del Bianco, la prima ascensione della punta Margherita alle Grandes Jorasses.
Il 1899 fu l'anno della spedizione al Polo Nord, che, senza raggiungere l'obiettivo, conquistò comunque il primato di latitudine nord mai raggiunta: 86°33'49".
Nel 1906 fu l'Africa ad attirare l'intrepido duca, che conquistò tutte le principali vette del Ruwenzori, riportandone anche una dettagliata mappatura e tutta una serie di osservazioni scientifiche.
Tre anni dopo era in Karakorum, a tentare una improbabile salita al K2, abbandonata a quota 6640, dopo aver comunque salito quello che ancora oggi si chiama lo Sperone Abruzzi, che costituisce parte integrante della via "normale" verso la seconda vetta del mondo. Ma Luigi Amedeo non rientrò a mani vuote: conducendo delle esplorazioni nella zona del Chogolisa, toccò i 7500 m di altitudine, che all'epoca segnarono il nuovo primato umano (che tale restò fino al 1922).
A testimoniare la grandezza della sua figura non vi è solo il Picco Luigi Amedeo, nel gruppo del Monte Bianco, ma anche il Ghiacciaio Duca Degli Abruzzi che conduce all'attacco dell'Hidden Peak, noto anche come Gasherbrum I (8068 m).
La presenza dell'Italia in Etiopia e Somalia lo occupò per la restante parte della sua vita: dal 1921 si dedicò ad un'azienda agricola in Somalia, senza trascurare di studiare il territorio, ma esplorando invece il corso dello Uebi Scebeli (ottobre 1928 - febbraio 1929).
La morte lo colse al Villaggio Duca Abruzzi (ora Jawhar), in Somalia, il 18 marzo 1933.