Fœhn sur le Mont-Blanc

0 votes
+
Vote up!
-
Vote down!
Ritratto di maurizio
maurizio

Quanti cercano delle nuove tematiche nella letteratura di montagna possono soffermarsi qualche ora a leggere questo breve romanzo (162 pagine), che ha come unico pregio quello di voler rompere con la tradizione e fare entrare un po' di noir anche sul candore immacolato dei ghiacciai del Monte Bianco.

Intendiamoci: l'esperienza non è sgradevole, solo che fidandosi della quarta di copertina ci si attende di meglio. Vi si parla infatti di una “suspence appassionante e tragica” e di un libro “magnifico in forma di presa di coscienza”.
In realtà la storia sarebbe pure accattivante, come però possono esserlo tante, ma in questo caso la vicenda si svolge senza alcun colpo di scena che non sia ampiamente prevedibile: la curiosità del lettore è dunque limitata ai dettagli di contorno, visto che già si indovina dove si va a parare. Se dunque è alla suspence che si mirava, possiamo dire che il bersaglio è stato completamente mancato.
Viceversa appare più chiara la personalità dell'autore: una guida alpina di Chamonix. Nella sua prosa, condotta sovente con tono eccessivamente sostenuto, se non addirittura aulico e retorico, appare evidente il sentimento di un grande attaccamento alla propria professione, "per combinazione" esercitata pure dal protagonista, che egli dipinge con sincero entusiasmo come un eroe assolutamente positivo. Anche l'amore per la propria terra e per le tradizioni di un tempo, tematica che si inserisce come un intermezzo nella storia principale unitamente alla velata (e sacrosanta) polemica contro l'assalto del cemento e dei camion sull'asse internazionale del traforo del Monte Bianco, appare come una chiara proiezione autoreferenziale, perfettamente condivisibile sul piano generale, ma che getta un tono di ingenuità sull'opera.
Insomma, un romanzo il cui percorso di realizzazione è lastricato di buone intenzioni, ma la cui riuscita non entusiasma.