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Tour Ronde, da Punta Hellbronner

giancarloberetta

A cura di:

Ultimo rilievo: 02/08/2009
Lunghezza
8.00 Km
Quota di partenza
3470 m
Altezza di arrivo
3798 m
Dislivello positivo
791 m
Tempo di andata
03h15'
Tempo di ritorno
02h30'
Periodo consigliato

Introduzione

La Tour Ronde è la cima più alta della cresta tra il Mont Maudit ed il Colle del Gigante e la salita per la sua cresta sud-est, non presentendo particolari difficoltà tecniche, consente di ammirare il veramente bello e grandioso panorama che ci viene offerto durante la progressione. L’accesso alla montagna è su facile ghiacciaio, anche se bisogna passare qualche crepaccio, e la salita è varia e piacevole: il suo sviluppo è di circa 700m mentre il dislivello dall’attacco è di circa 290m. La salita integrale della cresta è un po’ più lunga e complicata ma decisamente più sicura di quella che, percorsa anch’essa come via normale, sale l’evidente canale che termina poco prima della cresta nevosa della vetta essendo quest’ultimo molto esposto alle frequenti cadute di pietre. Dalla vetta, guardando ad ovest, ci si trova proprio vicini all’himalayano versante della Brenva del monte Bianco compreso tra l’Aiguille Blanche ed il Mont Maudit; da nord a est poi si trova la sequenza delle vette che hanno fatto la storia dell’alpinismo che, a cominciare dal vicino Mont Blanc du Tacul, proseguono con l’Aiguille du Midi e, oltre la lingua del ghiacciaio che scende dalla Vallée Blanche, con i Drus, l’Aiguille Verte, Les Droites per terminare con i più vicini Dente del Gigante, Aiguille de Rochefort e Grandes Jorasses.

Descrizione

Dalla Punta Helbronner, o dal rifugio Torino, si raggiunge il ghiacciaio e, seguendo le numerose trecce, si arriva in breve al col Flambeaux (340 m) sovrastato dal pilone aereo delle cabine della traversata del Bianco. Dal colle si scende tenendosi sulla sinistra e si contornano i pendii ghiacciati dell’Aiguille des Thoules nei pressi dei quali, abbandonando sulla destra le tracce che continuano a scendere verso il ghiacciaio del Gigante, si continua a tagliare il pendio indirizzandosi verso il piccolo ghiacciaio che si trova tra l’Aiguille d’Entréves a sinistra e la Tour Ronde a destra. Si punta la larga insellatura tra le due cime, il Col d’Entréves, senza raggiungerla per piegare appena prima sulla destra verso un evidente pendio ghiacciato a destra di un piccolo colletto situato tra un isolato spuntone roccioso e l’inizio della cresta sud-est della Tour Ronde. Si supera la terminale nel suo punto migliore per attraversare la prima fascia rocciosa e poi obliquando a destra si raggiungono alcune rocce che si scalano facilmente e si raggiunge un secondo pendio ghiacciato che si attraversa per raggiungere un comodo terrazzino. Da qui, con un ultimo strappo, si raggiunge il filo di cresta e quasi subito si presenta il punto più difficile della salita: una placca inclinata che dapprima si affronta sulla destra per poi passare, in corrispondenza di una larga fessura e di una puntina, sul versante Brenva. Ora, dopo essersi abbassati di poco sempre sul versante Brenva, si continua e si sale subito ancora per poco su rocce rotte e terriccio instabile e, giunti appena sotto il filo, si prosegue senza abbassarsi sempre dallo stesso versante; con alcuni saliscendi si aggirano (o eventualmente si scavalcano) due rilievi rocciosi arrivando al piccolo intaglio del Colle Freshfield (3655m) da dove, dopo aver superato qualche roccia, si per raggiunge un comodo posto di sosta da dove inizia la ripida parte nevosa della cresta. La si risale sul filo e si raggiungono le rocce terminali della vetta che si scalano sulla destra per fessure e lame di granito con qualche passaggio un po’ esposto e si raggiunge così la vetta dove si trova una statua metallica della Madonna. In discesa si ripercorre l’itinerario dell’andata sino a superare di poco il punto difficile da dove, appena sotto, si trovano gli ancoraggi per le doppie eventualmente da fare per scendere direttamente il pendio ghiacciato dell’inizio della salita e superare poi la terminale. 

Galleria fotografica

© 2021 - Giancarlo Beretta
© 2009 - Giancarlo Beretta
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Ci siamo stati
giancarloberetta

A cura di:

Tour Ronde, da Punta Hellbronner
lunedì 03 agosto 2009

Tour Ronde

Sino all'attacco non ci sono problemi di traccia e di crepacci che, pochi, sono ben visibili e facilmente superabili; attenzione, solo se si parte o si ritorna al rifugio Torino, al crepaccio che si trova subito dopo la breve pietraia ad esso adiacente che è molto aperto ma c'è un bel ponte di neve per superarlo. Il pendio ghiacciato iniziale presenta qualche tratto di ghiaccio vivo alternato a tratti con neve bagnata, soprattutto al ritorno conl'aumento delle temperature, con qualche cordino per le soste sulle rocce. Nel percorso della cresta sul versante della Brenva, per intenderci dal punto più impegnativo all'inizio del tratto nevoso, vi sono molti sassi mobili e pietrisco fradicio per lo scioglimento della neve residua. Per il percorso da questo lato si trovano anche alcuni piccoli ometti di pietra che non necessariamente vanno raggiunti in quanto bisogna valutare al momento il punto migliore da cui passare tra le rocce a seconda delle condizioni: noi ne abbiamo passati un paio mentre gli altri li abbiamo lasciati poco al di sotto passando tra questi ultimi ed il filo di cresta. La ripida parte nevosa terminale è in buone condizioni anche se molla un po' già dalla tarda mattinata, mentre le rocce terminali sono molto solide. Durante la salita si sono sentite continue scariche di sassi dal canale nevoso che conduce alla selletta poco prima della cresta nevosa (che su qualche guida è sostitutivo alla cresta integrale come via normale di salita) e quindi, a tutt'ora, sconsigliato come itinerario di salita per le molte pietre libere nella parte alta; in compenso abbiamo visto, durante il ritorno, due alpinisti, incauti a dire poco,che si calavano dal più piccolo canale nevoso situato tra quest'ultimo e l'attacco della cresta: anche questa soluzione sarebbe da evitare, visto l'orario del primo pomeriggio, per le scariche dall'alto e per la neve bagnata. Nota di gossip alpinistico: durante il ritorno abbiamo riconosciuto e quindi avuto il piacere di salutare e fare una breve conversazione con il mitico Cristophe Profit di ritorno da una salita al Roi du Siam.
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