Monte Zeda
Introduzione
Il Monte Zeda è, insieme alla Cima della Laurasca, forse la più frequentata del [[Parco nazionale Val Grande]]. Durante la salita si attraversano le zone storiche dove fu costruita la “Linea Cadorna” posta a difesa dei confini italiani e dove ancora oggi si possono vedere fortificazioni e trincee militari. Si passa anche dal ben ristrutturato bivacco Pian Vadà di proprietà del CAI di Intra (per le chiavi bisogna rivolgersi all’Ente Parco) inaugurato nel settembre del lontano 1889. Durante la salita, soprattutto della cresta terminale, si possono vedere begli scorci sul lago Maggiore, sulle cime della Valgrande e sulle verdeggianti vallate adiacenti con i resti ben visibili delle antiche costruzioni a testimonianza dell’operosità dei vecchi valligiani.
Descrizione
Dal piazzale antistante l’agriturismo si imbocca la sterrata che passa alla destra e con percorso quasi pianeggiante e rettilineo si giunge in breve al Passo Folungo (1381m). Da questo punto si svolta a destra verso le evidenti paline segnaletiche che ci indicano di salire per la larga dorsale erbosa; continuando sulla larga cresta che a poco a poco diviene più ripida si passa accanto ad una presa per l’acqua, si lascia sulla sinistra la strada che si incrocia (1434m) e si arriva a superare un basso risalto roccioso con l’ausilio di un breve tratto attrezzato. Appena sopra di esso si arriva ad intersecare di nuovo la strada nei pressi di un tornante (1612m) e la si imbocca camminando ora comodamente per contornare dal basso il Monte Vadà. Dalla strada si può già vedere in corrispondenza di un colle la sagoma del nuovo bivacco Pian Vadà (1711m) che in breve si raggiunge. Si prosegue per il sentiero alla sinistra del bivacco passando accanto ad un pannello esplicativo della “Linea Cadorna” e proseguendo con percorso a mezzacosta senza eccessiva pendenza si giunge ad un colletto (1834m) dove si trovano alcune paline e da dove inizia la salita della cresta che porta in vetta. Il tracciato dapprima segue il filo, mai troppo stretto ma con i fianchi scoscesi, e poi si sposta leggermente sul versante sud (Valgrande) salendo con pendenza costante sul sentiero sassoso che arriva sino alla croce di vetta.