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Vallone di Seyvaz, da Breuil

giancarloberetta

A cura di:

Ultimo rilievo: 24/11/2010
Difficoltà
WT2
Lunghezza
11.00 Km
Quota di partenza
1971 m
Altezza di arrivo
2808 m
Dislivello positivo
793 m
Tempo di andata
04h00'
Tempo di ritorno
02h00'
Periodo consigliato

Accesso

Dalla barriera dell'autostrada A5 di Aosta-Ovest tenere la sinistra seguendo le indicazioni per Aosta - Saint-Pierre. Dopo un chilometro, alla rotonda, prendere la seconda uscita per immettersi sulla strada statale SS26. Procedere sulla statale per 4,3 chilometri superando l'abitato di Saint-Pierre sino a raggiungere una nuova rotonda con l'effige del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Prendere la prima uscita e continuare sempre sulla strada statale SS26 per 1,4 chilometri sino ad incontrare l'uscita verso Introd/Rhemes S.G/Rhemes N.D/Valsavarenche. Proseguire per  700 metri e alla rotonda prendere la prima uscita imboccando la SR23 per la Valsavarenche. Seguire la regionale per 3,9 chilometri, oltrepassare l'abitato di Introd e, dopo una serie di tornanti si raggiunge, bivio per la Val di Rhêmes SR24. Proseguire a sinistra sulla SR23 e risalire la vallata per altri 21,8 chilometri superando il capoluogo Dégioz, il villaggio di Eau Rousse e infine, poco dopo il villaggio di Le Pont si incontra l'ampio parcheggio gratuito 🅿️ di Breuil.

[0h44'] - [33,1km]
Come arrivarci con GMaps
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Pont Valsavarenche è raggiungibile anche in autobus con la compagnia Arriva, partendo da Villeneuve in circa 50 minuti.

Le indicazioni qui fornite sono state verificate alla data del rilievo dell’itinerario. Prima di partire è opportuno accertarsi che non siano sopraggiunte variazioni sostanziali sul percorso di accesso al punto di partenza. Pertanto,  per ottenere indicazioni stradali aggiornate e dettagliate, consigliamo l’utilizzo delle app per la navigazione satellitare fornite da Google o Apple.

Descrizione

Dal casotto situato all'ingresso della pista di fondo ci si incammina verso destra seguendo le indicazioni della pista riservata a pedoni e scialpinisti che taglia in un paio di punti il tracciato del fondo per dirigersi verso il rado bosco. Ci si tiene alla destra (sinistra idrografica) del torrente Savara e si cammina per un tratto prevalentemente pianeggiante con qualche saliscendi per superare od aggirare i massi che, numerosi, sono disseminati nei pressi delle sue sponde; superato il rado bosco si rimane non molto distanti dal torrente ad una decina di metri al di sopra di esso e con percorso ondulatorio ci si alza leggermente di quota passando accanto al rudere diroccato di Grand Etret (2178 m) e si prosegue per un tratto quasi pianeggiante sempre disseminato di massi. Poco dopo il rudere conviene spostarsi dall'altro lato del vallone, superando il torrente, per rimanere fuori il più possibile da eventuali scariche che si staccano dalle pendici del Mont Giantsanaz e dalla costiera del Mont de Seyvaz continuando ora con una salita che inizia ad essere costante e, con qualche strappo un po' più ripido, si superano alcuni dossi per portarsi nella parte alta del vallone. Puntando ad una strozzatura ci si indirizza verso la propaggini più basse del ghiacciaio del Grand Etret, che si trova alla testata del vallone, caratterizzate da grosse gobbe e qualche buco per altro facilmente individuabile; passando alla destra della parte centrale si rimonta faticosamente ancora qualche risalto e poi, riguadagnato il centro con qualche traverso, si sale zigzagando arrivando in breve al plateau superiore. In discesa si può contornare il piccolo bacino glaciale scendendo per poco sulle tracce di salita e , arrivati ai risalti sottostanti, spostarsi verso destra per scendere da un invitante canale che con qualche zog zag ci fa abbassare velocemente di quota riportandoci verso le sottostanti e ben visibili tracce della salita.

Galleria fotografica

© 2021 - Giancarlo Beretta
© 2010 - Giancarlo Beretta
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Ci siamo stati

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A cura di:

Vallone di Seyvaz, da Breuil
domenica 16 giugno 2024

Vallone di Seyvaz

Come immaginabile la meta della salita era il Grand Etret ma abbiamo dovuto desistere a poco più di trecento metri dalla vetta per il manto nevoso che, partendo dai 30/40 cm appena fuori il bosco, nella parte superiore arrivava anche ad 80 e più cm. Con la neve farinosa, inconsistente ed alta abbiamo pensato che non era il caso di affrontare il muro di un centinaio di metri che portava al traverso sotto la vetta. Con la traccia purtroppo inesistente abbiamo fatto veramente una grande fatica ad arivare alla quota di 2800m sprofondando, nell'ultima ora di salita, sino alla coscia: ora la traccia è ben battuta sino alla prossima nevicata. Molto freddo alla partenza, -13°, col sole che non riusciva in alto a scaldare l'ambiente, -20° al ghiacciaio, in compenso il vento era quasi assente. Salita effettuata con Vittorio. Avvistamenti faunistici: Rupicapra rupicapra
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