Raye Chévrère

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massimo
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Data rilievo: 
26/10/2011
Difficoltà: 
T2
Quota di partenza: 
1 300 m
Quota di arrivo: 
2 703 m
Dislivello: 
1 422 m
Lunghezza*: 
15.00 km
Tempo di salita o complessivo*: 
4h30'
Tempo di discesa: 
2h45'

Introduzione

Valico poco transitato ma di sicuro fascino, abbinabile senza troppi sforzi alla salita alla più nota vetta del Mont Avic.
Raye Chévrère mette in comunicazione le vallate di Clavalité e del Chalamy permettendo di effettuare interessanti, benché lunghi, itinerari circolari.

Descrizione

Dal parcheggio che precede Veulla (1300m) imboccare la comoda strada lastricata, segnavia che dopo una breve salita passa nei pressi della chiesetta. Superato il villaggio proseguire lungo un tratto pianeggiante sino a raggiungere un piccolo ponticello; la strada vira a sinistra e, dopo una breve salita, raggiunge il bivio con il sentiero per Praz Oursie ed il Mont Barbeston.
Trascurare la deviazione a destra e proseguire diritti sulla strada che si addentra nel Parco Regionale del Mont Avic (vi sono dei pannelli esplicativi lungo il cammino); senza particolare sforzo si raggiunge un crocevia nella località detta Magazzino (1461m, 0h30').
Seguire sempre le indicazioni del sentiero per il Lac Gelé ed imboccare il sentiero che diparte a destra: risalire in direzione nord-ovest il bosco di pino silvestre e qualche bel esemplare di Pino uncinato, specie endemica nel parco. Il sentiero volge ad ovest, poco prima di incontrare un paio di passerelle in legno utili a varcare un piccolo torrentello. Dopo un breve tratto pressoché pianeggiante si incontra il Ru de Montjovet (altra passerella). Da qui in avanti si inizia a salire con più costanza: si supera un bel tratto di mulattiera ai piedi di una ripida parete rocciosa e, sempre nel bosco, si entra lentamente nel Vallone del Lago Gelato. La vegetazione ad alto fusto lentamente digrada e si incomincia a vedere qualche scorcio sul vallone, sul Bec de l'Espic e sul percorso ancora da affrontare. Sempre a mezza costa sotto le pareti rocciose si fuoriesce dal bosco
e, dopo ancora un tratto di sentiero sotto le pareti, si inizia una serie di svolte che permettono di prendere decisamente quota. Il sentiero raggiunge un breve colletto (preceduto normalmente da un piccolo nevaio ad inizio stagione): poco dopo la mulattiera diviene decisamente spettacolare, una vera e propria opera d'ingegno costruita ai tempi delle estrazioni di minerale. Si segue la mulattiera che attraversa una piccola comba e, dopo un'ampia svolta a sinistra, prosegue con un lungo diagonale che precede una serie di rapide svolte che permettono di raggiungere la zona delle miniere e, poco oltre, il Lac Gelé (2599m, 3h30').
Giunti al lago si incontra un bivio: proseguire a destra seguendo il segnavia (6A) per il Col de Raye Chevrère. Risalire un promontorio dove si incontra un casotto delle miniere e proseguire in direzione nord seguendo i bolli gialli tra roccette e tracce di sentiero. Ci si abbassa leggermente prendendo la direzione nord-ovest. In questo tratto si possono trovare alcuni nevai, ma la segnaletica orizzontale è ben realizzata e si riesce agevolmente a tenere la linea del percorso. Dopo alcuni saliscendi su pietraia si risale brevemente un'ampia valletta che conduce praticamente ai piedi del colle. Si percorre interamente il pianoro prima di affrontare la breve salita al valico (2703m, 4h15').

La discesa avviene sul medesimo itinerario percorso all'andata (2h45').

Informazioni generali

Via:
Segnavia:
Tipologia percorso:
Periodo consigliato:
Esposizione al sole:
Pericolo Oggettivo:
Tratti esposti:
Attrezzatura utile:
Acqua:

Riferimenti bibliografici

  • Giulio Berutti e Lino Fornelli, Emilius Rosa dei Banchi Parco M.Avic, Guida dei Monti d'Italia, CAI e TCI, Milano, 2005

Accesso stradale

Galleria fotografica

Raye Chévrère: ci siamo stati!

Raye Chévrère: relazioni itinerari

  • Raye Chévrère

    26/10/2011
    Ritratto di massimo
    massimo