Bocchel del Cane

Ritratto di Cai56
Cai56
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Difficoltà: 
T3
Quota di partenza: 
1 435 m
Quota di arrivo: 
2 551 m
Dislivello: 
1 300 m
Tempo di salita o complessivo*: 
7h30'

Introduzione

Gita di amplissimo respiro che mette in comunicazione le ultime due frazioni della Valmalenco attraverso un valico di faticoso ma non difficile accesso, percorrendo ambienti sempre diversi: si passa dalla foresta di abeti e larici alle praterie a rododendri, al "deserto" sassoso d'alta quota, ai nevai. Indimenticabili i panorami, con l'apice dell'attenzione sulla parete nord del Monte Disgrazia.

Descrizione

Dal parcheggio, in pochi passi, si scende tramite un ripido sentierino a valicare su di un ponte il torrente Mallero; sull'altra riva il tracciato, sempre ben segnalato ma costantemente ripido, sale a tornanti nel fitto bosco di abeti. Dopo circa un'ora la vegetazione si dirada e i larici si sostituiscono a tutti gli altri alberi: si attraversano, sempre in salita, le radure - ora ricoperte di rododendri e mirtilli - dell'Alpe Lagazzuolo (1974m): le antiche baite in disuso (ma integre) sono state sostituite dal moderno * chalet "Bivacco degli Alpini". Si prosegue e, superandone il ciglio a valle, si raggiunge il Lago Lagazzuolo 1992m ("Lagusc" in dialetto); la traccia prosegue in piano verso destra e, dopo aver attraversato il piccolo emissario, comincia a salire fra i rossi massi di serpentino una costola a pascolo battuta dalle valanghe e ricoperta di detriti. La ripida salita porta ad affiancare le rocce basali della parete soprastante, dove il sentiero - a saliscendi - cambia direzione per andare ad imboccare il vallone conducente al valico. Oltrepassato in quota un piccolo laghetto senza nome, ghiacciato fino a stagione inoltrata, la traccia scompare; ma seguendola, la precisa segnalazione a vernice ci si porta a scegliere i passaggi meno faticosi sul terreno molto ripido e instabile; nell'ultimo tratto si risalgono ampi nevai residui. Giunti al Bocchel del Cane (2551m) il panorama è amplissimo verso le più alte cime del gruppo del Disgrazia, ma lo sguardo è attratto dall'acqua turchese del Lago Pirola (2284m), ai piedi del canalone di discesa, immerso in una distesa di massi color marrone-arancio. Le segnalazioni portano in rapida discesa ad un ripiano a pascolo - unico in questa area - per poi tornare a far affrontare un labirinto di blocchi instabili non lontano dalle rive del Lago, che però non si raggiunge. Il sentiero, più visibile, abbandonata a destra la traccia per il Torrione Porro (palestra d'arrampicata) scende ripido a sassi smossi e gradoni a raggiungere le prime piante; ma prima di raggiungere il bosco in vista del Rifugio Porro, si percorre un'altra zona di frana a massi. Fra i mughi secolari si raggiunge un'incredibile * percorso di recente sbancamento che scende a tornanti attraverso la ripida costa fino a raggiungere la spianata della Val Ventina 1960m (Rifugi Gerli-Porro e Ventina). Dal rifugio si scende a Chiareggio 1612m percorrendo la pista forestale di servizio in circa 40 minuti. Raggiunto il ponte sul torrente Mallero, non lo si attraversa e, al bivio, si sceglie il sentiero di sinistra; la bella traccia risale una spalla rocciosa ricoperta da un'abetaia fitta e umida per circa 150m di dislivello. Si raggiunge una sorta di altopiano con radure a mirtillo e rododendri e lo si percorre affiancando anche un paio di zone umide a torbiera; quindi con ripidissima discesa nel bosco sconnesso si raggiunge l'abbandonata contrada di Senevedo Inferiore 1485m. Il sentiero, ormai a livello del greto del torrente, lo affianca per alcune centinaia di metri fino a varcarlo su un doppio ponte; sull'altra sponda, dopo brevissima salita, si arriva a Carot 1462 m. Da qui, purtroppo non rimane altro che seguire la provinciale per circa un paio di chilometri fino al parcheggio.
Il Bivacco, costruito in stile rustico, oltre ad essere completamente inutile dal punto di vista escursionistico, ha totalmente rovinato un'alpe che - pur abbandonata - manteneva una testimonianza di antico e sofferto lavoro montano. Ora abbiamo un piazzale di detriti edilizi, una toilette prefabbricata in pannelli di resina, un acquedotto a vista che pesca nel Lago con pompa a vista.
La pista di nuova apertura, larga anche un paio di metri, ha il pregio di destabilizzare un pendio franoso per raggiungere il nulla: si ferma contro un versante a massi di dimensioni metriche, dopo aver distrutto un bosco di mughi secolari.

Informazioni generali

Tipologia percorso: circolare
Periodo consigliato: giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre
Pericolo Oggettivo: massi instabili
Esposizione al sole: nord-est

Riferimenti bibliografici

Accesso stradale

Da Milano a Sondrio lungo le statali 36 e 38; alla rotonda all'ingresso della città si svolta a sinistra in direzione Valmalenco. Si segue la provinciale fino allo svincolo principale alcune centinaia di metri dopo la rotonda per Caspoggio: si segue la direzione di sinistra - verso Chiareggio - e, con qualche tornante fra le case del paese, ci avvia fra le cave di serpentino verso l'alta Valmalenco. Alcuni curvoni fra prati e rocce incombenti conducono alla località San Giuseppe: circa duecento metri dopo il bivio - prendere a sinistra - per gli impianti sciistici si parcheggia in uno slargo erboso con pannello delle escursioni malenche.

Galleria fotografica

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