Bivacco Regondi-Gavazzi, da Glassier
Introduzione
Camminare è bello, questo slogan si addice molto ad escursioni come quella sotto descritta; infatti essa risulta un perfetto connubio tra il piacere del camminare e lo straordinario scenario nel quale si compie questa azione.
Descrizione
Lasciata l'auto nel grande piazzale di Glassier (1549 m) si oltrepassa un ponticello e ci si incammina lungo una strada agricola, a nostro conforto la palina segnaletica del sentiero . Con un paio di tornanti la strada raggiunge un alpeggio, lo si costeggia e al termine della strada si imbocca il sentiero che, attraversato un tratto di prato, si addentra nel bosco di larici. Dopo un centinaio di metri all'interno del bosco il sentiero si biforca: bisogna prendere a sinistra (seguire la freccia gialla). Il sentiero risale il bosco con ripidi tornanti, avvicinandosi ad un vallone visibilmente danneggiato dall'alluvione del 2000, costeggiandolo ed infine superandolo (0h25'). Lo stato del sentiero è comunque ottimo e a tratti dal bosco si incomincia ad intravedere il panorama delle cime circostanti. Superata la frana il sentiero si infila in uno stretto vallone, nel quale scorre un ruscello circondato da rocce sormontate da larici e in pochi minuti raggiunge una cappella incastonata nella roccia (0h30', 1863m); si tratta di una cappella ex-voto costruita nel 1954.
Si prosegue e si oltrepassa l'alveo del ruscello portandosi verso sinistra, qui il sentiero spiana leggermente per poi riprendere a salire; su di una grossa pietra appare evidente una scritta rossa che riporta il nome del bivacco. Dopo aver risalito la destra orografica del corso d'acqua che attraversa il vallone, lo si riattraversa sotto un grosso roccione. Superato questo tratto il sentiero entra nella parte alta del valloncello fin qui percorso, che si apre ed appaiono i primi pascoli.
Superata una pietra con degli ometti si risale il valloncello fino all'altezza di una piccola selletta (1h05'): da qui si possono osservare il Mont Gelé e il Mont Avril. In questo punto vi è un bivio: entrambi i sentieri portano nella direzione corretta, ma vi consigliamo di continuare su quello che prosegue diritto (l'altro è sulla destra). Si continua quindi attraversando un prato e risalendo un crinalino erboso, in mezzo a radi larici, fino a portarsi con un paio di tornanti ai piedi degli alpeggi di les Places (1h25' - 2149 m). Attraversati i ruderi e assaporata la splendida vista sul gruppo del Grand Combin e il Mont Vélan il sentiero avanza senza particolare pendenza. Davanti a noi si intravede la sella del Col Fenêtre Durand tra il Mont Avril e il Mont Gelé. Stiamo ormai abbandonando gli ultimi larici isolati e la vegetazione a basso fusto (ginepro e rododendro) comincia a rarefarsi e dopo circa 1h30' si raggiunge il piano del Breuil. Da questo pianoro paludoso attraversato da un torrentello placido si possono osservare i rilievi rocciosi ai piedi della bastionata del Mont Morion, sui quali è stato costruito il Bivacco. Il sentiero incontra un pannello segnaletico un po' sbiadito indicante il Bivacco ed aggira il pianoro sulla sua destra in fondo al quale ci si trova ai piedi del risalto roccioso. Dopo aver attraversato un paio di ruscelli si incomincia a risalirlo con rapidi zigzag fino all'altezza di un nuovo pannello segnaletico. Successivamente il sentiero tende verso destra (verso la Valle di Ollomont) e raggiunge un tratto leggermente pianeggiante per poi riprendere il suo tragitto serpeggiante sino all'ampia conca in cui giace il Lago dell'Inclousa (2h10' - 2420 m). Ormai il bivacco è vicino, si entra in un piccolo vallone lasciando sulla destra il lago; si risale verso sinistra fino a raggiungere l'ampia cresta rocciosa visibile dal basso; si costeggia il secondo lago, Lago di Leitou (2h30' - 2538 m) ed in pochi minuti si raggiunge il Bivacco (2h45' - 2590 m).
Da quassù la vista è impressionante: dal Mont Vélan al Grand Combin ed infine il Mont Gelé e il Mont Morion, uno spettacolo mozzafiato, soprattutto seguendo con lo sguardo le bellissime creste percorse nell'estate 2002 dalle Guide Alpine Claudio Bastrentaz e Paolo Comune nel loro Progetto Montagna.
La discesa si percorre sullo stesso itinerario di salita.